Il karate è un’arte marziale nata nelle isole Ryukyu (oggi Okinawa), in Giappone, nel 1800. Letteralmente il termine deriva dalla composizione di due parole: “kara”, che significa vuoto e “te” che significa mano; questa disciplina infatti prevede la difesa e il conseguente attacco a mani nude senza armi.
Nel karate ci sono tre pratiche fondamentali, interdipendenti e tutte ugualmente importanti; si parla in merito delle “3 K”: kihon, kata, kumite. Il kihon sono le tecniche fondamentali eseguire con le braccia e le gambe che costituiscono la base solida di ogni karateka.
In seguito vi è il kata, letteralmente forma, che rappresenta un insieme di movimenti coordinati di braccia e gambe i quali vengono svolti secondo uno schema preciso; sebbene questo venga praticato singolarmente senza avversari intorno che portano delle tecniche, in realtà si tratta di un combattimento simulato. Questo garantisce una doppia utilità dell esercizio perché da un lato che è uno studio delle possibili difese e contrattacchi da parte di un avversario, dall’altro lato invece il karateka riesce a sviluppare capacità motorie come l’equilibrio, la propriocezione, il controllo motorio e l’esplosività e rapidità dei momenti.
Il passo successivo a kihon e kata è poi il kumite, il combattimento vero e proprio; esso è suddiviso in vari livelli di difficoltà che corrispondono ai gradi dei karateka.
